La Bassa, lo dice la parola, è quanto di più lontano possa esserci dalle montagne da cui scendono i campioni dello sci.
Eppure è a San Secondo che vediamo arrivare, a bordo dell'Audi che la Federazione gli mette a disposizione, lo slalomista azzurro Patrick Thaler.
Non ha sbagliato strada: l'indirizzo è quello dello studio d Luca Caselli, lo specialista che "aggiusta" i campioni dello sci.
Caselli ha 37 anni e da quasi dieci anni lavora per la nazionale. Passo dopo passo, manipolazione dopo manipolazione, si è conquistato la fiducia dei dirigenti e degli atleti fino a diventare il coordinatore unico delle due squadre (discesisti e slalomisti).
Ci racconta come ha iniziato mentre segue la riabilitazione di Thaler, in via di recupero dalla lesione al legamento collaterale del ginocchio destro subita nello slalom di Schladming.
L'obiettivo è farsi trovare pronto domenica 19 febbraio a Saint Moritz per i Mondiali.
Caselli è uno dei tanti italiani che si sono innamorati dello sci grazie alle imprese di Alberto Tomba. La passione si è  trasferita sulle piste come praticante, prima con la famiglia poi con gli amici.
E' quindi riuscito ad abbinare la passione alla professione di fisioterapista (laurea all'università di Parma) a cui è seguita la scuola di Osteopatia a Milano: qui l'incontro con un professionista che gli ha aperto la porta del giro azzurro.
Nello studio l'aria è familiare e rilassata, si percepisce l'empatia con le persone in riabilitazione: "Nel corso degli anni sono nate relazioni di amicizia e stima reciproca. 
Sento che c'è molta fiducia e sintonia, con i ragazzi della nazionale e lo staff ci intendiamo al volo. Per me è qualcosa di più di un'attività lavorativa".
E ci rilvela anche un aneddoto che dalla Bassa porta sulle colline parmensi: "L'acqua termale di Salsomaggiore ha delle proprietà incredibili per agevolare le fasi di recupero attivo.
L'abbiamo sperimentata in diversi percorsi post infortunio". Con la crisi del turismo termale, forse un'opportunità da incoraggiare e incentivare da parte delle istituizioni e gestori.
Episodi di guarigione record ce ne sono stati.
Uno lo ricorda Thaler, 38 anni, veterano della nazionale: "Mi procurai una lesione al legamento e avvevamo a disposizone solo sette giorni per superare il problema e poter gareggiare:
ce l'abbiamo fatta nonostante la tabella prevedesse, per l'infortuinio, un tempo di guarigione tra i 40 e i 60 giorni.
Una full immersion tra San Secondo e Salsomaggiore che mi ha permesso di gareggiare in Finlandia".

Caselli conosce bene anche la schiena e le gambe dell'azzurro Giuliano Razzoli. Nello studio l'andirivieni è continuo: c'è anche Giovanni Borsotti, gigantista in Coppa del Mondo, in fase riabilitativa dopo un intervento al ginocchio.
Il fisioterapista azzurro s
i affida a un gruppo di collaboratori
che porta avanti il lavoro quando lui, in particolare da novembre a marzo, è in giro per il mondo con la nazionale. I mondiali sono ormai prossimi e le aspettative di risultato sono alte.
Intanto un record personale l'ha già ottenuto: è Thaler a ricordare che grazie al lavoro di Luca "in nove anni nessun atleta azzurro infortunato ha perso una gara, li ha portati tutti al cancelletto di partenza". (francesco nani)